Il Sogno di Alda

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Non capita spesso di incontrare uomini e donne e subirne il fascino immediatamente o, meglio, che un incontro tra due persone diventi istantaneamente un incontro di anime”. Questo mi disse un carissimo amico che ha avuto la fortuna di incontrare Alda Merini, la donna che, meglio di chiunque altro a mio parere, ha saputo scrivere dell’anima degli uomini e di Dio. Io non so se Carmen Togni ha avuto la stessa sensazione del mio amico incontrano Alda ma, leggendo questo suo libro dedicato a Lei, ho come l’impressione che anche per Carmen ci sia stata questa traccia durante l’incontro.                                                  È come se la Togni fosse riuscita a far suo il messaggio di Alda per intero, senza sconti, senza edulcorazioni, ma senza i tanti bla bla bla che si rincorrono su Alda, da quando ci ha lasciato per tornare alla casa del Padre.                                                                                                     In un cammino del pensiero e del cuore, l’autrice sembra interrogarla in un’intervista che non ha bisogno di domande, poiché per chi legge le poesie della Merini o, meglio, per chi le medita come ci suggerisce la Togni, non si rimane ignoranti de valori, dei sentimenti, delle vicende umane e spirituali che tra le righe sono sparse a iosa, pronte per essere colte dal lettore. Ed in questo ondeggiare tra poesia e racconto, mentre il lettore attonito naviga nella sua orbita, si colgono parole che attraversano la vita, parole che spiegano il sentire, parole che sono effetto d’eco delicato, sommesse, che portano in scena qualcosa di più del puro pensiero, quasi a scavare un’esistenza aperta all’esperienza del sé e dell’altro incontrato. E quando l’altro incontrato è Alda Merini allora, come d’incanto e come detto sopra, sono due anime che s’incontrano. Anche la sofferenza, più volte evocata, nell’esperienza di Alda Merini, grazie alla Togni appare luminosa, radiosa, quasi scorticata da un’esistenza troppo piena per essere relegata in un buio preconcetto del dolore, poiché il dolore stesso è vita, la stessa sofferenza diventa il soffio vitale per andare avanti.                                                    Grazie Carmen, poiché ci hai ricordato che quando incontriamo persone speciali, e senza dubbio Alda lo era, vale la pena di raccontarlo. Vale la pena di condividere con gli altri gli incroci della vita che danno significato e comprensione al senso della vita ed anche a quella tenebra che, a volte, la circonda. Vale la pena.                               E grazie ad Alda, semplicemente perché ci hai regalato i Tuoi versi immortali.                                                    

Matteo Pugliares       aprile2010 (scrittore e critico d’arte)

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